Giornata mondiale sindrome di Down, la voce di giovani e adulti: “Servono più supporti”

AIPD si unisce alla campagna mondiale e dà la parola direttamente a persone con la sindrome di Down, di tutte le età e provenienti da tutta Italia: dai trasporti alla sanità, dalla scuola al lavoro, ecco i supporti che mancano. Senza dimenticare quelli che (per fortuna) ci sono

Roberta Zurlo ha 26 anni e vive in provincia di Campobasso. Quello che la fa arrabbiare è non riuscire a spostarsi autonomamente con i trasporti pubblici. Ed è questo quindi il supporto che chiede allo Stato.

Emanuele Campoli ha 20 anni e vive in provincia di Latina. Quello che più lo fa arrabbiare è che a scuola non ha un insegnante che lo segua con continuità. Ed è questo quindi il supporto che chiede di migliorare.

Gianni Boccongelli vive a Brindisi e inizia ad avere qualche capello grigio: sarà per questo che non ci dice la sua età. Ma chiede che la sanità sia più efficiente e che per avere una visita medica si debba aspettare meno tempo. È questa la sua richiesta, per la quale sollecita maggiori supporti.

Sergio vive a Napoli e ha 38 anni. È bravo a ballare, ma non ha ancora un lavoro. Ed è proprio questo che chiede allo Stato: “Lavoro per tutti”.

Sono solo alcuni dei protagonisti della campagna di comunicazione che AIPD lancia in occasione della Giornata Mondiale delle persone con sindrome di Down

La nostra associazione è da sempre convinta che il protagonismo delle persone con sindrome di Down sia necessario e fondamentale per costruire un mondo migliore per loro e per tutti. In questa occasione quindi, in cui la comunità internazionale accende i riflettori sui supporti di cui le persone con sindrome di Down hanno bisogno, non potevamo non dare a loro la parola.

Non è più tempo di parlare al posto loro e di fare progetti senza farci guidare dalle loro indicazioni: la partecipazione e il protagonismo devono essere principi irrinunciabili e denominatori comuni di ogni nostra azione e campagna. Dietro ogni richiesta c’è una persona, dietro ogni appello c’è una vita.

Tutti i supporti richiesti e necessari hanno un obiettivo condiviso: l’autonomia e la vita indipendente, che per AIPD è il traguardo principale verso cui tendere. “Siamo consapevoli che non tutte le persone con sindrome di Down sono in grado di vivere da sole: per loro e per le loro famiglie sono necessari supporti che possano assicurare la migliore qualità della vita, oggi e domani.

Al tempo stesso, però, siamo consapevoli che tante persone con sindrome di Down potrebbero conquistare la vita indipendente: devono però essere accompagnate e incoraggiate. Ed è quello che cerchiamo di fare ogni giorno”. 

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